10 Ottobre 2020
Rimbalzi a palla morta? Che roba sono?
Effettivamente verrebbe da chiederselo, visto che nei manuali statistici della pallacanestro delle nostre parti, compreso quello FIBA attualmente in vigore, non vengono assolutamente citati né lo sono mai stati. Non esistendo una versione pubblica del manuale NBA, rimane una sola fonte autorevole di citazione: il manuale della NCAA, l’ente sportivo delle università americane. Ma in quel caso non si tratta di semplice citazione, ma di una trattazione vera e propria, con più di 50 ripetizioni del termine e molti casi esemplificativi in cui vengono assegnati.
C’è un bellissimo post sul sito grantland.com che ne dà, per quanto incerte, le origini storiche; senza sapere chi ne abbia avuto l’ideazione, pare fossero usati a fine anni sessanta da qualche squadra dell’ABA, mentre nella NCAA furono rilevati per la prima volta nelle Final Four del ’69.
Più di cinquant’anni che esistono, e qua da noi nessuno ne parla e pochi sanno cosa siano…
Perché sono nati? Per soddisfare una regola matematica e statistica molto semplice: in una partita AD OGNI TIRO SBAGLIATO DEVE CORRISPONDERE UN RIMBALZO. È una regola che serve per evitare errori nella rilevazione, ma anche per evitare frodi sportive, come gonfiare i rimbalzi di un giocatore per renderlo più “appetibile” nelle scelte delle squadre professionistiche, assegnandogli quelli “dispersi” per una qualche ragione. Nel basket esisterebbero altre regole del genere (relative a palle perse e recuperate, falli fatti e subiti, stoppate date e subite, possessi), ma nella NCAA viene usata solo quella dei rimbalzi. Considerazione molto importate: i rimbalzi a palla morta NON vengono sommati nei totali di squadra ai fini delle classifiche nazionali, i cosiddetti ranking, in quanto non sono indice della capacità della squadra di acquisire rimbalzi. Quindi servono esclusivamente per la quadratura matematica della partita!
Nel manuale NCAA i dead-ball rebounds vengono assegnati alla squadra, mai ai giocatori, dopo un tiro sbagliato, dal campo o libero, in cui non ci sono le condizioni per attribuire un rimbalzo individuale o di squadra, nei casi seguenti:
Ma allora il “semplice” rimbalzo di squadra quando va segnato? Il solito manuale NCAA indica che va assegnato alla squadra che fa la rimessa dopo un tiro sbagliato SOLO quando la palla esce dal campo prima che un giocatore la possa controllare; esclusi però i casi in cui colpisce i sostegni o il retro del tabellone, a meno che prima non sia stata toccata da un giocatore.
Quindi, in caso di falli a rimbalzo, va assegnato un rimbalzo a palla morta e non un rimbalzo di squadra.
Praticamente l’uso dei rimbalzi a palla morta è molto più esteso rispetto a quello dei rimbalzi di squadra.
Da questo punto di vista, è molto criticabile il modo in cui è stato scritto il manuale FIBA usato dalle nostre parti, perché i dead-ball rebounds non vengono mai citati, quando invece il software ufficiale di rilevazione li usa “decisamente”, cosa che si può dedurre, anche senza averne potuto visionare i sorgenti perché non sono open-source (fatto anche questo criticabile per un ente pubblico internazionale), da come avvenga la gestione dei possessi da parte del programma. Nel momento in cui due rilevatori dovessero fare una rilevazione cartacea di ciascuna delle due squadre, questa risulterebbe sicuramente di difficile quadratura, perché le regole di quadratura sono ASSENTI.
Personalmente io utilizzo i rimbalzi a palla morta da molto tempo, prima del 1990, proprio perché servono per la quadratura dei dati nel caso di rilevazione di entrambe le squadre, anche senza sapere, se non recentemente, come venissero chiamati in America. Il mio uso però, diciamo “finora” perché potrei modificare qualcosa, è stato diverso. Io li chiamo, come sigle, RTL (Rimbalzo da Tiro Libero) e RFT (Rimbalzo a Fine Tempo); il primo è offensivo, il secondo è difensivo.
RTL in pratica non la uso mai, perché è il software ad utilizzarla automaticamente durante le serie di tiri liberi, ed ho sempre ritenuto che fosse da usare esclusivamente per i tiri liberi sbagliati all’interno di una serie, in quanto un uso al di fuori da questo contesto andrebbe ad alterare la la quadratura dei possessi che io faccio con la formula esposta in un precedente mio post sull’OER in cui rientrano i rimbalzi offensivi che fanno ricominciare il possesso, cosa che non succede all’interno di una serie di liberi. Anche in caso di rilevazione cartacea, non è necessario annotarli se vengono segnate correttamente le serie di tiri liberi; si possono ricavare da lì!.
RFT invece l’ho sempre usata, non solo per i tiri finali dei tempi, ma anche per le serie di liberi con l’ultimo sbagliato seguite da rimessa laterale a seguito di falli tecnici, antisportivi e squalificanti. Il fatto, a fine tempi, di usare un difensivo anziché un offensivo come in America è alla fine una convenzione che può essere valida in entrambi i casi e non altera la quadratura dei rimbalzi. Quello che cambierei nella mia rilevazione è la situazione di tiro che colpisce i sostegni del tabellone, dove finora ho sempre attribuito un rimbalzo di squadra mentre forse sarebbe meglio usarne uno a palla morta, visto che non c’è lotta a rimbalzo.
Passando alla parte matematica, partendo dai dati statistici di una delle due squadre, è possibile determinare la somma di tutti i rimbalzi difensivi degli avversari, di qualsiasi genere essi siano, tramite la formula:
che, usando i dati dell’altra squadra, dovrebbe dare un risultato uguale a:
L’uguaglianza di questi due valori è indice di una rilevazione perfetta.
Per chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui, consiglio di dare uno sguardo al manuale statistico NCAA che ha un solo difetto: è in inglese! Le casistiche presentate e la base “filosofica” del perché e come si facciano le rilevazioni in un certo modo hanno una completezza di difficile riscontro altrove.
Pubblicato da Fabrizio Fellini in Statistiche
© 2025 - A.S.Dil. Cesena Basket 2005 - Via S.Colombano 204 - 47522 Cesena
Part. IVA 03561050406 - Tel. e Fax +39 0547 331001 - Info privacy e cookies - Contatti - Safeguarding